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Le interviste di EventiRoma.com: Luisanna Messeri |
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Le interviste di EventiRoma.com: Luisanna Messeri
Luisanna Messeri dedica un po' del nostro tempo a cucinare: “uno dei piaceri della vita”. Lei colleziona ormai da anni, pentole vecchie e nuove Agnelli: “una mano santa!”.
Da dove viene la passione per il cibo?
- Dal fatto che sono golosa.... e ho avuto una famiglia per la quale il cibo era una cosa importante.
Da chi ha imparato a cucinare?
- Ho rubato con gli occhi da tutti. La nonna e le zie sono state le mie prime maestre in cucina. L'Artusi, col suo ricettario, il mio mentore. E Petronilla, le Spagnol, il Manuale di Nonna Papera...
Quanto è importante la passione nel suo mestiere?
- Se per mangiare non occorre saper cucinare, per cucinare bisogna avere la passione e amare il cibo. Ecco allora io sono a posto!
In cucina tra mestoli e pentole Agnelli lei mixa ricette elaboratissime a quelle basilari…
- In cucina gli strumenti sono fondamentali. Ma anche lì bisogna fare le scelte con gli occhi ben aperti! Ci sono delle schifezze in giro, vedi i prodotti cinesi a bassissimo prezzo e che poi si scopre che sono tossici... Le pentole Agnelli sono meravigliose, una mano santa! io le sto collezionando ormai da anni, vecchie e nuove... vorrei averle tutte!!!
A Roma c’è grande fermento intorno ai corsi e laboratori di cucina, dal suo fortunato Club delle Cuoche vicino Piazza del Popolo al nuovo spazio Incontri in Cucina al quartiere Pinciano: da cosa dipende, secondo lei, questa voglia di imparare a cucinare da parte di semplici appassionati?
- Nei momenti di crisi la cucina diventa luogo di sfogo e di libertà, felicità. E forse il pubblico ha capito che cucinare è uno dei piaceri della vita al quale conviene dedicare un po' del nostro tempo, l’unico nostro bene. I curiosi che però non hanno avuto la fortuna di avere in famiglia qualcuno che abbia insegnato loro un po’ di trucchetti e genialate in cucina, viene allora da noi, a scuola, e lì con divertimento e allegria imbastiamo menu e prepariamo piatti che solleticano anche nostalgia e d'amore.
Un suo piatto eccellente che cosa deve avere?
- Ingredienti semplici e sani. E cottura veloce. In questo la cucina toscana è perfetta, è la cucina del lipperlì. Pane, olio, verdure, un po’ di carne...
Qual è la giusta combinazione per un piatto unico?
- Io adoro la pasta e fagioli, condita dall’olio extravergine... connubio meraviglioso, ognuno esalta l’altro. Una questione di civiltà! La scienza l’ha scoperto da poco, l’uomo l’ha sempre saputo.
L’arte culinaria è il risultato di un mixer tra il prodotto e la sua cucina?
- La cucina è il modo in cui ogni società trasforma i prodotti della natura in cibo... la cucina è quindi anche tecnica. Ma senza i buoni prodotti hai voglia ad avere buone tecniche!!!
Com’è cambiato il modo di mangiare negli ultimi anni?
- Dopo decenni di pazzie, abdicazioni alimentari credo che, nonostante le mode e l’ignavia indotte dalla pubblicità, l’industria cattiva e le pigrizie conseguenti, si assiste seppure in una minoranza, in un movimento di riscossa con la voglia di mangiare “buono pulito e giusto”, che premia coloro che producono con coscienza e responsabilità, i contadini e gli artigiani italiani, quelli che non mollano. Bisogna ringraziare per questo cambio di rotta, per cui “mangiare è un atto agricolo” la banda dei visionari di Slow Food, Carlin Petrini in testa: Petrini santo subito!
Qual è l’accessorio in cucina di cui non potrebbe fare a meno?
- La mezzaluna e il tagliere di legno. E i coltelli di Saladini, miei amici di Scarperia, che producono ferri taglienti da 500 anni...
- Un episodio tra pentole e fornelli che le è sembrato un segno del destino?
Ero una bambina e il pomeriggio quando tornavo da scuola a casa non c’era nessuno, tutti a lavorare. Io invece di mettermi a guardare la tv mi buttavo in cucina e mi preparavo una merenda pazzesca, col mio ricettario di Nonna Papera provavo a fare tutte le ricette, e quando non avevo un ingrediente, ce ne infilavo un’altro... facevo dei pastrocchi che poi servivo amorevolente a tutti.... Tra i fornelli mi sentivo grande. E felice. Ecco questo ho imparato, in cucina si può essere felici e dare amore. (Tommaso Gandino)
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