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Le Seychelles viste da George Camille |
26 -06-2023 | PIAZZA DI PIETRA |
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Le Seychelles viste da George Camille
Piazza di Pietra, cuore scolpito in un rione storico di Roma, un ambiente protetto sin dalle fondamenta piantate qualche decina di metri sotto l’attuale Capitale d’Italia, con i Fori a poca distanza, ma vestigia a portata di mano scendendo qualche scalino per scoprire capitelli, massi adagiati come le grandi pietre di La Digue nello splendido arcipelago delle Seychelles.
Scelta migliore non poteva essere fatta per suscitare un’emozione in più, un parallelo non solo geografico e per nulla avventato tra due antiche storie: perché tutti conoscono gli antichi fasti dell’Impero Romano, ma non tutti sanno che le isole oceaniche più antiche del mondo siano proprio le Seychelles, “un autentico retaggio permanente delle origini del nostro pianeta dove la Natura ha qualcosa di primordiale e le specie endemiche, fauna e flora, sono numerose” , come ha avuto modo di osservare Danielle Di Gianvito, rappresentante per l’Italia di Seychelles Tourism in occasione della mostra di pittura e scultura di George Camille - dal titolo ”Seychelles my soul” - allestita a Roma presso la Fine Art Gallery di Piazza di Pietra 28, nello storico Palazzo Ferrini Cini che vanta nel piano sotterraneo importanti vestigia dell’Antica Roma.
“È un onore e un grande piacere far parte di questo importante progetto: un’occasione unica per raccontare le isole Seychelles sotto una luce differente, un’occasione che Tourism Seychelles non poteva perdere”, ha dichiarato Danielle Di Gianvito, presentando il sensibile e poliedrico artista che esprime un’arte non decorativa, ma strizza l’occhio al’esotico di matrice ornamentale: così, il fascino che esercita sul pubblico al di là dell’Oceano va oltre la pura narrazione fantastica del proprio Paese e delle sue tradizioni. Insomma, un’arte autenticamente carica di significato, profonda e densa di senso che procede per segni e per simboli lungo il percorso tracciato da una lucida e attenta riflessione urgente sulla natura, sul rapporto con essa e sul nostro approccio (in)sostenibile.
Un progetto ambizioso, ma assolutamente condivisibile quello di Danielle Di Gianvito perché legato alle dinamiche culturali e all’urgenza di una loro riemersione: “La composizione etnica dell’Arcipelago delle Seychelles è estremamente eterogenea in quanto, nel corso delle generazioni, le varie etnie si sono pacificamente fuse tra loro al punto che la stragrande maggioranza dei seychellesi vanta origini miste: inevitabile - sostiene con acume la Di Gianvito - che la produzione degli artisti locali rispecchi il contesto multietnico delle isole. Ecco perché, secondo, me è giunto, secondo me, il momento di far conoscere questo straordinario patrimonio che nasce da una terra baciata dalla natura ma alimentata nei secoli dalla cultura e dalla sensibilità artistica dei propri abitanti”.
George Camille - presente all’inaugurazione e sino alla fine vicino a quanti hanno voluto conoscere la sua preziosa arte - è nato a Mahe nel 1963 e ha trascorso la sua infanzia a La Digue: ha studiato arte al Seychelles College e, successivamente, ha collezionato diverse borse di studio che gli hanno consentito di approfondire la propria formazione, in particolare al Blackheath College for Art e al Goldsmiths College, entrambi a Londra: “Negli ultimi 33 - ha dichiarato a “L’Eco del Sud” George Camille - pur non abbandonando la produzione pittorica, le incisioni sono diventate il medium per il mio lavoro più dettagliato e figurativo: possedere un torchio mi ha permesso di sperimentare una ricca gamma di tecniche di stampa calcografica, mescolando una varietà di materiali e processi per creare immagini, capaci di plasmare lo sviluppo e la definizione del mio personale alfabeto visivo”.
“Accanto alla potenza del simbolo, che campeggia sempre in primo piano e veste le opere di un’aura ancestrale - osserva nel catalogo di presentazione la curatrice della mostra romana, Gina Ingrassia, storica dell’arte - , emerge ovunque con sorprendente vigore la pienezza del colore che si esprime con energia e brillantezza: il blu intenso delle acque profonde dell’Oceano e il verde sgargiante della fitta vegetazione della foresta sono un inno alla straordinaria varietà ambientale offerta da una terra generosa di bellezza, espressa e restituita per mezzo dei cromatismi lucenti. Colpisce quell’universo interiore che si esprime attraverso la magnificenza della Natura con la quale, evidentemente, George Camille è in connessione”.
Insomma, il progetto di Danielle Di Gianvito si specchia nel profondo dell’arte di George Camille, straordinario illustratore di cultura, e prende forma anche con le sue sculture, testimoni di un’arte antica, mai sopita e di estrema attualità. Vivere le Seychelles anche fuori dell’acqua fa comprendere meglio un fascino altrimenti difficile da declinare in maniera completa ed esaustiva per “spiegare” e comprendere un’estasi naturale. (Marino Collacciani per EventiRoma.com)
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