Se non c’era lui, il calcio in tv non sarebbe così com’è: cialtrone, urlato, pieno zeppo di “sgub” e di moviole e contromoviole, ma anche divertente, appassionato e appassionante. Nel 2010 Aldo Biscardi festeggia cinquant’anni di giornalismo e ben trenta consecutivi de “Il Processo del lunedì”, la trasmissione più vituperata e quindi più seguita del calcio parlato. Una trasmissione di tale successo che può vantare la partecipazione in studio di calciatori, allenatori, capi di Stato, attori impegnati e intellighenzia mista, tutti praticanti l’unica fede realmente praticata in Italia: quella calcistica. In Se non c’ero io Biscardi racconta i tanti retroscena di una carriera formidabile: Maradona che lo tempesta di telefonate perché innamorato pazzo di una velina del Processo; Berlusconi che gli regala in diretta l’anticipazione sul mancato trasferimento di Kakà; Pertini che gli risponde col gesto dell’ombrello quando cerca di fargli confessare il suo tifo genoano; Schillaci che si presenta completamente nudo all’intervista durante i Mondiali di Italia 90 e tanto altro circo, imprevedibile e divertente, andato in scena intorno al pallone.