Luigi De Mitri è nato a Squinzano (Lecce) il 4 febbraio 1943, risiede dal 1968 a Lecce, dove vive ed opera in via Giuseppe Grassi n.2. Ha lo studio in via G. Boccaccio a Lecce e in via C. Intaverina a Roma. Con le sue opere ha girato le gallerie del mondo, fra le altre De Mitri ha esposto nel 1969 a Bari (Galleria Piccini), nel 1971 a Roma (Casa Editrice Signorelli), nel 1972 a Sanremo nel Casinò, nel 1975 a Genova nel Club Italo-Americano, alle Terme di Boario, a New York – London Gallery e a Milano nel Club di via Durini; nel 1980 ancora a Milano nella Galleria Apollineare; nel 1981 a Firenze nella Galleria “Il Gabbiano”; nel 1982 a Roma nella Galleria “Il Colosseo”; nel 1982 nella Galleria “S. Fedele”; nel 1983 in Olanda ad Enschede nella Galleriia “Tardy”; nel 1984 a New York all'Artexpo e alla Fiera Internazionale “Arco di Madrid”; nel 1988 a Roma nel Palazzo Barberini; nel 1991 a Los Angeles; nel 2000/2001 a Monopoli, a New York, a Gerusalemme e a Strasburgo con i 100 dipinti su La Sacra Bibbia, in parte pubblicati da Jesus, 86 dipinti sulla Divina Commedia, 36 dipinti sugli amori infelici di Partenio di Nicea. In occasione della visita a Lecce di S.S. Giovanni Paolo II ha realizzato il manifesto della Diocesi con invito e il fondale del palco. Per la presenza a Leuca di S.S. Benedetto XVI, per la Diocesi di Ugento, ha realizzato 5 disegni per i frontespizi dei 5 giornali curati da padre Corrado Mordano. Presso la collezione Città del Vaticano “Attentato a Santo Padre” cm. 240x180 più 9 incisioni sulla Divina Commedia e 5 disegni originali sulla figura di Benedetto XVI. Collezione Palazzo Madama: dipinto “IL Giudizio Universale” (stroboscopia cm. 80X100). E' autore di saggi critici e di pubblicazioni. Una sofferta età della gioventù che ha visto la perdita di entrambe i genitori tra i 14 ed i 23 anni, ha spinto l'artista ad un impegno per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle comprensibilità di questi esseri “diversi”: i barboni. L'artista afferma:”Sono convinto che la conoscenza del mondo dei barboni potrebbe incidere profondamente su gli animi dei nostri giovani per dissuaderli a commettere, al solo scopo di “divertimento”, azioni esecrabili nei loro confronti senza valutarne le gravi conseguenze anche di carattere penale. La ragione che mi ha spinto a sovrapporre a questo strano mondo il mondo dell'Arte, tanto da dedicare le undici opere riportate in catalogo, è stata quella di aver notato che, nonostante una evidente miseria fisica e morale, ognuno vive con grande “dignità”. Virtù che in questo momento storico non gode di buona salute.”
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