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28 novembre - 17 dicembre 2017
Teatro dei Servi, via del Mortaro 22
Marina Occhiena, evergreen della canzone e dello spettacolo italiani, non stanca di stupire. L'ex leader dei "Ricchi e Poveri", il 28 novembre (fino al 17 dicembre) al Teatro dei Servi (via del Mortaro 22) con la commedia "Il Club delle vedove" di Ivan Menchell per la regìa di Silvio Giordani. Con Marina Occhhiena, protagoniste della brillante pièce Caterina Costantini, Lorenza Guerrieri, Lucia Ricalzoine, Carlo Ettorre.
Ben strutturata, serrata e coinvolgente la trama. Ada, Camilla e Dora sono tre vedove che decidono di dar vita a un “circolo” tutto speciale: sede sociale, il cimitero. Infatti, s'incontrano periodicamente davanti alle tombe dei rispettivi mariti per onorarne la memoria, ma anche per cercare di dare un senso alla propria vedovanza e combattere la solitudine. Viene dall'America “Il club delle vedove”, commedia scritta da Ivan Menchell e ora riadattata da Silvio Giordano che ne è anche il regista. E' calda ed arguta, ricca di ironia e di battute che sanno essere, come impone lo stile di Broadway, misurate e frizzanti nello stesso tempo, mai volgari, sempre in sintonia con la situazione e la psicologia dei personaggi. Sulla scena tre attrici di eccezione che sanno equilibrare con eleganza verve e pathos: Caterina Costantini (Camilla), Lorenza Guerrieri (Dora) e Marina Occhiena (Ada) accompagnate nella pièce da Lucia Ricalzone (Samantha) e da Carlo Ettorre (Carlo).
Rappresentata per la prima volta a New York nel 1990, “Il club delle vedove” (The Cemetery Club) è ormai quasi un classico nel suo genere. Mette gli spettatori di fronte a un'amicizia sincera tra tre donne che hanno bisogno l'una dell'altra, che hanno esperienze comuni ma anche caratteri molto diversi, per molti versi incompatibili. Una è devota alla memoria del defunto fino al parossismo, un'altra sembra in grado di coniugare rimpianto e serenità d'animo, la terza, quasi una predatrice, smania per trovare un nuovo compagno anche per vendicarsi dei numerosi tradimenti del marito scomparso. L'amicizia però rischia di sgretolarsi quando nel sodalizio si incunea un affascinante vedovo, Carlo, oggetto di desiderio e di invidia, che rivolge la sua attenzione verso solo una delle tre, né migliora la situazione la presenza di una quarta amica, Samantha, che elabora il lutto passando da un matrimonio all'altro. Il pirotecnico finale, grottesco, esilarante, patetico ricucirà i multicolori fili del discorso, mostrando come questa commedia sia capace di fare ridere ma anche di imporre riflessioni sul modo di affrontare la morte di una persona cara. Convincente la sintesi ideologica e psicologica del regista Silvio Giordani, attento ad ogni frammento dei dialoghi e della postura, fisica e somatica, dei suoi attori: “Ogni essere umano, pur avendo grandi capacità di tolleranza al dolore e alla solitudine, non deve permettere alla morte di spegnere il sorriso alla vita ed alla speranza; ciò che conta non è essere giovani, ma sentirsi giovani e le nostre protagoniste avranno il compito di sottolineare tutto ciò poiché ‘il teatro non è specchio che riflette ma lente che ingrandisce".
(Marino Collacciani per EventiRoma.com)
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