Animali nella grande guerra, l’ultima pellicola firmata da un autentico decano del doc italiano, famoso in tutto il mondo per le sue riprese subacque. Un documentario che ricostruisce ricordi, storie, episodi di vita vissuta del rapporto - dentro e fuori la trincea - tra uomini e animali, tra incredibili momenti di assoluta serenità e tenerezza, alternati allo sfondo di in uno dei più tragici periodi della storia contemporanea. Un racconto anticonvenzionale del drammatico conflitto, attraverso lettere, diari e fotografie scattate dagli stessi combattenti. Il regista risponderà alle domande del pubblico al termine della proiezione.
Via l'Aquila 68
Nella Prima Guerra Mondiale, accanto agli uomini ha combattuto un esercito di animali. Muli, buoi, cani, cavalli, maiali, piccioni vennero utilizzati per lo spostamento di reparti e materiali, per le comunicazioni e per il sostentamento delle truppe. La forzata coabitazione con gli uomini avvicinò gli uni agli altri in un possibile destino di morte e sofferenza: ufficiali e militari di truppa avevano così la possibilità di dare e ricevere affetto, ma anche quella di occuparsi di esseri più deboli e del tutto dipendenti da loro. Nel corso della Grande Guerra gli animali non soltanto “combatterono” a stretto contatto con il soldato, ma contribuirono fattivamente all’alimentazione di svariate decine di milioni di militari.
“Dovendo attingere a documenti, film e foto, risalenti al primo conflitto mondiale e non intendendo limitare il nostro film ad una antologia di sequenze tratte dal vasto repertorio dell’epoca, mi è parso necessario alternare ai vecchi documenti sequenze girate oggi. Quindi sequenze a colori in contrapposizione alla preziosità dei documenti allora filmati in bianco e nero.” ha dichiarato con eloquenza Folco Quilici presentando i ‘protagonisti’ della sua apprezzata pellicola. “Un esempio indicativo può essere la sequenza con protagonisti i cani addestrati per il soccorso alpino: dopo una valanga, che travolge alcuni scalatori, l’intervento dei soccorritori è basato sulla capacità di cani addestrati a ricercare esseri umani sepolti sotto la neve. E’ una sequenza di particolare efficacia, non solo per la spettacolarità drammatica, ma per creare un preciso legame tra l’oggi e ieri: la continuità del pericolo in montagna e di quanto si fa per alleggerirlo se non per evitarlo. Altro anello tra ieri ed oggi è il legame particolare tra i muli e gli uomini di montagna: esiste da tempo ed è oggi parzialmente annullato dai mezzi meccanici. Abbiamo quindi filmato episodi “viventi” generando non solo curiosità od emozione spettacolare. Gli esempi di altri legami emotivi e spettacolari tra passato e presente sono stati, non solo numerosi, ma di grande effetto narrativo. Così da imprimere al film un valore che arricchisca e vivifichi il pur importante valore di documento e di vivo omaggio a chi si sacrificò in quella tragedia: uomini ed i loro fedeli amici.”
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