In esclusiva romana il nuovo doc della regista de ‘Il resto di niente’, incentrato sulla storia di Luca Musella: un ispirato lavoro sui nuovi poveri del XXI° secolo. La regista risponderà alle domande del pubblico al termine della proiezione. Il film resterà in programmazione fino a Martedì 12 Maggio.
A pochi mesi dal successo de La pazza della porta accanto, film su Alda Merini, Mariposa distribuisce il nuovo lavoro della regista napoletana, presentato al 32 Torino Film Festival. Il road show toccherà le principali città italiane ed ha come partner il progetto Miseria Ladra di Libera, data l'attualità della tematica del film. Protagonista del documentario Luca Musella, appartenente alla categoria dei nuovi poveri, ex fotografo di importanti agenzie foto giornalistiche che si è ritrovato nullatenente, esodato professionalmente ed emotivamente. Un testo - lettera da lui scritto (voice over di Roberto De Francesco) si fa viaggio ideale attraverso l’Italia: da Napoli, sua città natale, a Milano, luogo della sua nuova esistenza. Luca Musella racconta la sua caduta da un universo borghese a un sottoproletariato fatto di marginalità e clandestinità. La macchina da presa ci conduce dentro il nuovo mondo di Luca, nella Milano della periferia, lungo sponde meno conosciute dei Navigli e ci mostra - attraverso lo sguardo di una donna - la vita di un uomo costretto a reinventare la propria esistenza. Le immagini, in alcuni casi girate dallo stesso Musella, e le sue parole si intrecciano con il testo della lettera: il racconto in presa diretta, frutto di uno sguardo capace di soffermarsi sulla miseria e fragilità del mondo, si mescola sapientemente con la parola scritta, permettendo al protagonista di farsi specchio dello spettatore. Luca Musella e le persone che popolano il suo microcosmo si fanno infatti portavoce di una condizione particolare e, allo stesso tempo, universale, ritratto della smarrita Italia di oggi ed emblema di una sensibilità letteraria che, partendo dall'analisi della realtà, elabora possibili antidoti.
"Quello che mi ha spinto a raccontare la storia di Luca è soprattutto la sua capacità di vivere la sua nuova condizione con pudore, dignità e senza rancore. Un esempio commovente dell'intelligenza e della sensibilità di chi capisce che l'unica possibilità di riscatto è nel vivere con il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà”, dichiara Antonietta De Lillo.
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