da Giovedì 26 Febbraio a Mercoledì 4 Marzo - l'esordio al lungometraggio documentario del regista goriziano Ivan Gergolet. Il film, selezionato alla Settimana Internazionale della Critica, dove si è aggiudicato alla Mostra di Venezia il Premio Civitas Vitae, ha raccolto al Lido un grande consenso di critica e pubblico. Il regista del film e la celebre ed affascinante danzatrice argentina novantenne, protagonista del film, risponderanno alle domande del pubblico al termine della proiezione.
Via L'Aquila 68. Ore 20
A più di 90 anni, con molte sfide e traguardi alle spalle, la celebre e affascinante danzatrice argentina Maria Fux non ha perso la vèrve e la grazia che ne hanno fatto una delle grandi stelle della danza. Nella sua casa-studio di Buenos Aires, Maria Fux ha una missione, quella di trasformare i limiti di ognuno in risorse con la danza e la simbiosi con la musica. Nei suoi corsi ballano insieme danzatori di qualsiasi condizione ed estrazione sociale, uomini e donne con malattie fisiche e mentali, tutti alla scoperta di se stessi e degli altri. Perché «la danza è l'incontro di un essere con gli altri». L'incontro con l'energia e la danza di Maria cambiano la vita di chi l'incontra. Ora, dopo aver sperimentato e trasmesso agli altri per tutta una vita il suo metodo basato sulla percezione dei ritmi interni e sulla simbiosi con la musica, Maria Fux ha preso in consegna un'ultima allieva, forse la più difficile: se stessa. “Ho conosciuto personalmente Maria Fux nel febbraio 2010, quando ho accompagnato mia moglie, che è una sua allieva da circa cinque anni, a un seminario nel suo studio di Buenos Aires.” ha dichiarato con eloquenza Ivan Gergolet presentando il protagonista della sua apprezzata pellicola. “Ho conosciuto personalmente Maria Fux nel febbraio 2010, quando ho accompagnato mia moglie, che è una sua allieva da circa cinque anni, a un seminario nel suo studio di Buenos Aires. Il film è frutto di un rapporto personale con Maria Fux che dura da più di tre anni, periodo in cui ho osservato le sue lezioni, studiato i suoi libri e dialogato incessantemente con lei sul rapporto fra cinema e danza, corpo e macchina da presa. Anche se la sua storia personale contiene degli episodi di grande interesse, ho deciso di non sviluppare un film biografico, ma di concentrarmi sugli aspetti più interessanti del suo lavoro ai giorni nostri. Grazie a questa frequentazione ho potuto guadagnare la sua fiducia e ampliare il mio accesso al suo mondo personale, tanto da essere il primo cineasta ad avere il permesso di filmare i suoi seminari.
L'energia che lei conserva fa parte del mistero che questo film vuole indagare. Da dove arriva la forza che la fa danzare ancora oggi, a 90 anni? Maria sta vivendo un conflitto forte con il suo vecchio corpo. Da questo punto di vista il rapporto con i suoi limiti entra a far parte del suo metodo e contemporaneamente rappresenta la porta per indagare la sua intimità. Nel mio film racconto Maria Fux e i cambiamenti che la sua danza porta nella vita delle persone: non grandi rivoluzioni che modificano la società, ma intime prese di consapevolezza che cambiano gli individui. Maria Fux e il suo mondo non solo sono impregnati di arte e poesia, ma anche dei valori che questa donna sparge e insegna. L'inclusione, l'accettazione, il punto di vista sul corpo dell'altro non solo si manifestano come valori di civiltà, ma anche come fondamenti di una bellezza misteriosa che ogni essere umano porta in sé”. Prodotto da Transmedia (“Zoran, mio nipote scemo” di Matteo Oleotto) e distribuito in sala da Exit Media, “Dancing With Maria” è una co-produzione con l'Argentina.
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