Una comicissima tragedia di Gianfranco e Massimiliano GALLO regia, Gianfranco GALLO
√ In scena dal 3 al 15 febbraio
tutte le sere alle 21 dal martedì al sabato
domenica, secondo sabato e secondo mercoledì
di programmazione anche alle 17.30
TEATRO NINO MANFREDI
Via dei Pallottini, 10 - Ostia Lido - Roma
Info: 06/56324849
www.teatroninomanfredi.it
info@teatroninomanfredi.it
Farsa e commedia. Tradizione e novità e teatro nel teatro. Ingredienti che si mischiano in un bailamme accentuato dalla napoletanità, da quel gusto tutto partenopeo nel fare teatro.
Al teatro Nino Manfredi, dal 3 febbraio, tornano i fratelli Gallo con “Una comicissima tragedia” piatto forte di Antonio Petito, classe 1822, attore e drammaturgo della città del sole, detto “Totonno ‘o pazzo”, morto d’infarto sul palcoscenico. Petito aveva la recitazione nel sangue (il padre Salvatore era stato un noto Pulcinella) e Gianfranco e Massimiliano Gallo, anche loro hanno l’arte nel sangue (Nunzio e Bianca Maria i genitori).
Ma perché la scelta di questo testo? Ce lo racconta Gianfranco che lo ha riscritto per i giorni nostri.
“Da sempre la rappresentazione teatrale mi affascina per la sua unicità, per il suo rinnovarsi sera per sera, per il miracolo che compie attraverso la sintesi di attori e spettatori, sintesi che crea ciò che è e sarà irripetibile. Il Teatro che va in scena con questa “Una comicissima Tragedia” è l’estremizzazione di questa irripetibilità . Ispirato a Francesca da Rimini, Tragedia a vapore, un’ antica farsa di Antonio Petito, ripresa con grande successo dai fratelli Giuffrè negli anni ’80. Il mio testo - dice Gianfranco Gallo - è tutto nuovo e pensato per essere modellato dall’attore sera per sera con strumenti sempre diversi forgiati in un clima mai uguale e mai scontato. Il numero degli spettatori, il loro divertimento, la loro voglia di partecipare a contatto con la tecnica degli attori, con la loro sensibilità, la loro delusione o la loro gioia relazionate alle reazioni più o meno positive del pubblico, saranno tutti elementi che senza ipocrisia si misceleranno per una creazione compiuta di una rappresentazione che non può avere replica eguale. Gli spettacoli comici, ancor più quelli apparentemente di tradizione, vengono spesso guardati con superficialità, io invece dico che far ridere è una cosa seria”.
LO SPETTACOLO
La trama è quella ingenuamente infallibile di Petito: gli attori di una compagnia “Italiana” che la sera in cui si svolgono i fatti stanno per recitare la tragedia “Francesca di Rimini” di Silvio Pellico, litigano tra di loro e abbandonano il teatro. Il teatro in questione è quello in cui agisce una compagnia di guitti napoletani che con la lingua italiana poco ha a che fare e che, per questo, è ridotta alla fame dopo l’unità d’Italia, in un momento in cui anche a Napoli cominciano ad arrivare i primi attori dalla dizione perfetta. La sala è piena di gente che è venuta a vedere la tragedia, i nostri attori, abituati solo a recitare le farse napoletane, escono al proscenio per avvisare il pubblico della fuga della compagnia, propongono di rimborsare i soldi ma ……. (e qui la genialità di Petito) in sala c’è una signora inglese venuta apposta da Londra per vedere la “Francesca di Rimini”. Ai poveri e simpatici guitti non resta altro che provare a recitare la tragedia con l’aiuto di un originale suggeritore …. il resto sono solo risate.
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