Proiettato nella sezione Wired Next Cinema all’interno della 9ªedizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il documentario di Filippo Soldi prodotto da Mario Mazzarotto di Movimento Film giunge nella nostra sala per una specialissima proiezione-incontro. Al seguito della proiezione infatti, seguirà un dibattito nel corso del quale il regista risponderà alle domande del pubblico. Partecipano la Dottoressa Antonella Montano (psicoterapeuta), Maria Laura Annibali (presidente Di’ Gay Project), Andrea Maccarrone (presidente dell’Associazione Mario Mieli), Dario Accolla (giornalista e blogger de ‘Il Fatto quotidiano’) nonché alcuni dei ‘protagonisti’ del doc (Guido Allegrezza e Tiziano Spezzacatena).
Via l'Aquila 68. Ore 20
Da secoli l’omosessualità è oggetto di riprovazione e di condanna. Talvolta succede di cogliere una venatura di fastidio anche nelle parole di chi, apertamente, nega di nutrire sentimenti negativi verso di essa. Ma perché? Che cosa offende così tanto nel comportamento omosessuale? Queste le domande che si pone il documentario Non so perché ti odio di Filippo Soldi (Case Chiuse, Suicidio Italia, Bakita), prodotto da Mario Mazzarotto per Movimento Film. Il documentario è stato realizzato con il sostegno della Direzione Generale per il Cinema Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con il patrocinio di U.N.A.R. (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e con il supporto di Roma Lazio Film C ommission. Ed è proprio di pochi giorni fa la notizia di forti tensioni tra cittadini che sostengono il diritto dei gay a non essere discriminati e le “Sentinelle in piedi”, movimento di ultraconservatori che nega le unioni civili e che organizza nelle piazze italiane sit-in con letture pubbliche per protesta. Soldi, nel suo film, ha preso in esame anche le opinioni delle “Sentinelle in piedi”. Il regista ha incontrato inoltre un uomo che è stato condannato per l’omicidio di un omosessuale; ha raccolto la storia del giovane che ha sparato al tassista che, secondo lui, gli aveva fatto proposte. Ma anche il presidente di “Giuristi per la Vita”, che ha inviato una lettera aperta ai parlamentari italiani perché non approvassero il disegno di legge che intende punire l’omofobia; il portavoce di “La Manif pour Tous”, movimento che ha organizzato manifestazioni e convegni contro l& rsquo;approvazione della stessa legge; i portavoce di “Forza Nuova”. Non mancano, ovviamente, le testimonianze di chi ha subito aggressioni violente, di chi ha vissuto la propria adolescenza fra le prese in giro dei compagni, di chi ha più volte pensato al suicidio per non dover vivere una vita da omosessuale. Di chi ha visto il proprio figlio togliersi la vita.
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