Continua il percorso del nuovo, celebratissimo doc di Vincenzo Marra. A distanza di un anno dalla calorosa accoglienza al Festival Internazionale del Film di Roma, dopo il successo a New York agli Open Roads del Cinema Italiano, arriva anche nella nostra sala il documentario di Vincenzo Marra che racconta l’Italia di oggi attraverso gli occhi di un amministratore a Napoli. Il regista risponderà alle domande del pubblico al termine della proiezione.
Via l'aquila 68 - Roma
Vincenzo Marra punta stavolta l’occhio su Umberto Montella, amministratore di numerosi condomini a Napoli, le cui giornate si svolgono con la sua famiglia, a lavorare nel suo studio, con le riunioni, gli incontri e i problemi quotidiani di piccola e grande portata. L'eterogenea platea di clienti ci racconta l'Italia di questi giorni. L'amministratore è un "Caronte" che ci traghetta nelle varie anime della città, nei condomini dei ricchi e dei poveri, dove spesso lo scontro con il proprio vicino diventa la valvola di sfogo per tirare avanti. “Con L’amministratore - racconta il regista - ho voluto raccontare qualcosa dell’Italia di oggi, a partire da Napoli, una città che conosco bene. Con Il gemello ho scoperto un modo di fare cinema in diretta che mi ha permesso di entrare in contatto con la realtà delle persone che incontravo senza mediazioni o filtri. Molti spettatori mi chiedono come faccio a scrivere sceneggiature così accurate. I miei film non hanno sceneggiatura. Sono come una jam session a cielo aperto che io, il mio operatore e i miei protagonisti affrontiamo spontaneamente. Le storie si coagulano e si sciolgono seguendo un ritmo naturale. Mi pongo in una posizione d’ascolto per raccontarle al meglio. Credo che in Italia oggi sia questo il cinema più adatto a mettere in scena un Paese che cambia instancabilmente. Con il mio quinto capitolo di film documentari dedicati a Napoli, ho seguito un incredibile amministratore di condominio. Grazie a lui e fedele al mio stile, sono riuscito ad entrare nelle case delle persone, quelle ricche e quelle povere, in una Napoli ai tempi della crisi, in ogni caso vitale, arrabbiata, esagerata ma sempre sorprendente”.
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