Info: |
Venerdì 19 e Sabato 20 Settembre alle 22.00 al Nuovo Cinema Aquila
DOPPIO EVENTO PER IL RITORNO DE
LE COSE BELLE
CONCERTINO VENERDI’ 19
ED INCONTRO CON IL REGISTA SABATO 20
Giovedì 18 il film di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno torna in programmazione dopo il breve e fortunato assaggio della scorsa settimana nella nostra sala. Con l’occasione Venerdì 19, al termine della proiezione delle 20.30, il protagonista Enzo della Volpe e il mandolinista Marco Vidino si esibiranno in un atteso cine-concertino. Sabato 20 sarà invece l’occasione per il regista Giovanni Piperno di rispondere alle domande del pubblico, sempre al termine della proiezione. Modera l’incontro Massimo Vattani. Il film resterà in programmazione fino a Mercoledì 24 Settembre, regolarmente alle 20.30.
Si dice che il tempo aggiusta tutto… Ma chissà se il tempo esiste davvero? Forse il tempo è solo una credenza popolare, una superstizione, una scaramanzia, un trucco, una canzone. Il tempo si passa a immaginare, ad aspettare, e poi, all'improvviso, a ricordare. Ma allora, le cose belle arriveranno? O le cose belle erano prima?
La fatica e la bellezza di crescere al Sud in un film dal vero che narra tredici anni di vita. Quella di Adele, Enzo, Fabio e Silvana, raccontati in due momenti fondamentali delle loro esistenze: la prima giovinezza e l'inizio dell'età adulta, in un film che mescola il tempo della vita ed il tempo del cinema. La dignità dei giovani e le responsabilità degli adulti in una Napoli, immersa in quel suo tessuto magmatico, dove il bene e il male vivono in prossimità, dando un volto alla complessità dell’esperienza umana. Quando nel 1999 Agostino Ferrente e Giovanni Piperno realizzarono Intervista a mia madre, un documentario per Rai Tre che voleva raccontare dei frammenti di adolescenza a Napoli, ai loro quattro protagonisti chiesero come immaginassero il proprio futuro: loro risposero con gli occhi pieni di quella luce speciale che solo a quell’età possiede chi ancora sogna “le cose belle” e con quell’autoironia tipica della cultura partenopea che li aiuta a sdrammatizzare, esorcizzare e talvolta rimuovere gli aspetti problematici della vita. Al tempo stesso da quegli occhi traspariva una traccia di scaramantico disincanto. Dieci anni dopo, passando dalla Napoli del rinascimento culturale, che attirava artisti da tutto il mondo, a quella sommersa dall’immondizia, a quella di oggi piena di fermento e talenti, ma con il degrado sempre nascosto nelle pieghe della quotidianità, i registi sono tornati a filmare i loro quattro protagonisti per un arco di quattro anni: l’auto-ironia ha ceduto il posto al realismo. Alle “cose belle” Fabio, Enzo, Adele e Silvana non credono più. O forse hanno imparato a non cercarle nel futuro o nel passato, ma nell’incerto vivere della loro giornata, nella lotta per un’esistenza, o sarebbe meglio dire resistenza, difficile ma dignitosa: spesso nuotando controcorrente, talvolta lasciandosi trasportare.
|