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Il pubblico presente potrà incontrare il regista Ciro De Caro e i protagonisti Rossella D'Andrea, Sara Tosti, Christian Di Sante, Valerio Di Benedetto. Presenta Massimo Vattani. Il film resterà in programmazione fino al 22 Dicembre in orari serali.
Valerio è un bravo attore, ma si arrangia con impieghi part-time nell'attesa di poter vivere del proprio lavoro. Il
suo amico Scheggia vive ancora con la nonna, ma sa già come crearsi “una posizione”. Serena è una studentessa,
ma vorrebbe costruire una famiglia con Valerio. Giovanna lavora come massoterapista, ma sogna di diventare
chef di cucina cinese. Quattro giovani adulti dei nostri giorni, che sembrano avere le idee chiare su chi sono e
cosa vogliono ma di fatto restano ingabbiati nei propri schemi mentali. Ognuno giudica l'altro, ed è cieco di
fronte alle proprie esigenze e potenzialità. Quando la giovane prostituta cinese Mei Mei entra a far parte delle loro
vite, tutto cambia rapidamente…
Ore 20.30
Spaghetti Story è un fresco ed ironico spaccato generazionale che guarda al futuro con gli occhi dei trentenni di oggi ed inaugura per il Nuovo Cinema Aquila la collaborazione con una realtà davvero ‘militante' che combatte da qualche anno per trovare i giusti spazi per il nostro cinema più piccolo (e non solo) quale Distribuzuone Indipendente. Proprio il film di Ciro De caro si è rivelato uno dei più riusciti esempi recenti di ‘tragicommedia' all'italiana, notevolmente capace di gettare lo sguardo su quegli ambiti ‘low' anche dal punto di vista sociale, che il cinema italiano ‘alto' spesso tratta in maniera a dir poco falsata. Ma nulla più delle parole del regista stesso può raccontare il percorso tutto particolare che ha portato alla realizzazione del film: “Spaghetti Story è un film totalmente indipendente, in cui ho voluto raccontare la mia generazione, troppo spesso dimenticata dalle commedie giovanili che vanno per la maggiore. È un film low budget, anzi, sarebbe più corretto dire no budget: ho preferito agire piuttosto che restare in attesa di un vero e proprio finanziamento, non ho voluto correre il rischio che il film non vedesse mai la luce. Troppo spesso, infatti, nell'attesa di opzionare un attore famoso per invogliare un produttore a investire o ricevere i fondi che non arrivano, i film non vengono prodotti, e le storie che dovrebbero raccontare la “nostra storia” non vengono raccontate. Spaghetti Story entra nelle vite dei giovani adulti di oggi e ne fa un ritratto onesto, veritiero, ironico ed emozionante. Racconta di ragazzi che conducono vite dagli orizzonti circoscritti, che hanno animi non ancora corrotti, non ancora gretti e, seppur costretti in problemi più grandi di loro, scelgono di correre in aiuto di chi si trova in difficoltà. Spaghetti Story rappresenta la mia generazione non solo per quel che racconta, ma anche e soprattutto per il modo in cui è stato realizzato. È un film molto semplice, girato con l'attrezzatura che poteva entrare nel bagagliaio di un'auto, con una sola ottica (un 50 mm), in soli undici giorni, tra difficoltà e imprevisti che, alla fine, si sono rivelati il vero valore aggiunto, poiché hanno stimolato la creatività e la ricerca di nuove soluzioni. L'uso quasi esclusivo di un solo campo, della macchina a mano, la relativa scelta di pochissimi primi piani e di molti tagli interni (funzionali, ma perfetti per come intendevo raccontare la storia), si rivela essere non solo un'esigenza imposta dalla povertà dei mezzi ma una scelta funzionale, necessaria al racconto di questa particolare storia. Il titolo, non a caso, fa riferimento a un modo tutto italiano di fare le cose, “spaghetti”: semplice, economico, anche povero se vogliamo, ma non per questo privo di creatività, ingegno, passione. Un modo per far sì che, in questo periodo di crisi, le storie non restino nei cassetti e che i film mainstream non siano i soli a vedere la luce; una delle possibili vie per evitare che la creatività soccomba alla mancanza di risorse. Mi piacerebbe molto che, guardando questo film, altri registi (giovani e meno giovani) si sentano invogliati a seguire la mia stessa strada, scavalcando i falsi ostacoli e guardando alla mancanza di mezzi non come un limite ma come un'opportunità, che ne stimoli ancor più l'inventiva e ne garantisca la libertà di espressione.”
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