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S’intitola Radice l’ultimo cd del cantautore napoletano Enzo Gragnaniello che presenterà dal vivo sabato al Rising Love.
"Radice" è un lavoro crudo, verace, sporco. Un suono che non deve farsi amico nessuno. Enzo Gragnaniello mescola nel calderone, ingredienti di origine protetta: le chitarre ed il rock tirrenico della Napoli evoluta, il calore mediterraneo di un ritmo fortemente meridionale, il graffio di una voce riconoscibile in qualunque angolo del Paese. Il titolo viene spontaneo e non può essere che "Radice", unica parola in italiano di tutto il cd. Coerente ma nuovo, tradizionale ma innovatore, declina in chiave contemporanea una storia che solo un napoletano può esibire. In queste canzoni ci godiamo tutti i "gragnanielli" possibili: l'autore, il musicista, il cantante, il poeta partenopeo. Dodici pezzi, tutti inediti in lingua napoletana, musicale, morbida o dura a seconda dei casi. “Il grande maestro Roberto Murolo - dice Enzo - mi ha insegnato come bisogna cantare in napoletano, scandendo e pronunciando ogni singola vocale”. A certificare il radicamento partenopeo del lavoro, il tredicesimo brano: “Indifferentemente”, l'unico dell'antica tradizione napoletana, rivisitato in maniera passionale (e ritmica), con cui Enzo ha voluto concludere il suo album, quasi a voler gettare un ponte tra antico e moderno, cercando una ipotetica continuazione di un repertorio che ancora ci vede primi nel mondo per poesia e melodia.
I testi godono di quella poesia che chi scrive in napoletano ha automaticamente, come patrimonio genetico. Gragnaniello si sposta con una capacità lirica da grande e navigato scrittore, dall'amore a piccole storie di vita quotidiana. "Ma tu che può sapè" è uno dei pezzi più efficaci dell'intero album: è la storia di una violenza su una donna, argomento di assoluta attualità, con un finale sorprendente. "Vasame" è la canzone che apre la track list ed è una dichiarazione d'amore così come sgorga, scondita, spettinata, accompagnata da una melodia straziante che ne fa un piccolo gioiello di sentimento e musica. Così come la sensuale "St'ammore" che fa paura come il mare, ma come il mare sa consolare un uomo solo. L'amore nel momento dell'addio, quello che lascia il cuore vuoto, è al centro della terza canzone, "Nun me lassà". Echi arabeggianti, a confermare l'impostazione mediterranea di tutto il disco, in "Tu nun vire mai chi sì", un'invettiva nuda e cruda verso una donna accecata dal proprio egoismo. Fra i pezzi più originali che caratterizzano l'intero album, "Senza na luna (omm d'onore)": è il ritratto, ironico, di un camorrista che a poco a poco ha scalato tutti i gradi della gerarchia militare malavitosa. Ora però ha un'aspirazione da uomo normale: "prima ca mmoro m'aggia spusà" magari in una "chiesa tutta mia, addò se po' pregà". La dichiarazione più bella però, Gragnaniello la scrive e la canta all'elemento che segna in maniera incancellabile l'esistenza di chiunque sia nato a Sud: il mare. "Sott'o mare" è un grido di dolore a chi sta maltrattando il grande fratello blu, con un taglio ironico che fa di questo pezzo uno dei momenti più creativi e diretti di tutto "Radice", un disco che non ha bisogno di intermediari, fra chi lo ha scritto e cantato e chi lo ascolterà.
Sul palco Piero Gallo – mandolina, Franco Del Prete - batteria e Francesco Iadicicco – basso.
In apertura la chitarra battente di Francesco Loccisano. Sabato 19 gennaio
Ore 22.00
Rising Love
Via delle Conce, 14
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