Fuori abbonamento Il marito di mio figlio di Daniele FALLERI
con Andrea RONCATO, Monica SCATTINI, Pietro DE SILVA, Pia ENGLEBERTH, Roberta GIARRUSSO, Ludovico FREMONT, Domenico BALSAMO.
regia, Daniele FALLERI
Dall’11 al 16 dicembre
il testo, nel 2011, è stato selezionato dall’Istituto di cultura italiana di Washington, per essere rappresentato negli States, all’interno di una rassegna dedicata alla nuova drammaturgia. Una premessa che la dice lunga sulla validità di “Il marito di mio figlio”, la commedia di Daniele Falleri in scena al teatro Nino Manfredi dall’11 al 16 dicembre.
È una moderna commedia degli equivoci che affronta con ironia un tabù sulla cresta dell’onda in tutto il mondo: il matrimonio gay.
Domani Giorgino e Michele (alias George & Michael) si sposano.
Presi all’ultimo momento da uno scrupolo di coscienza, decidono di affrontare i rispettivi genitori convocandoli nel loro appartamento per comunicargli la notizia. Ma la rivelazione della propria omosessualità crea uno scompiglio che va oltre l’immaginazione dei due futuri sposi. Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati e relazioni segrete che non risparmiano neanche i genitori della ormai scoppiata coppia.
Sul palcoscenico un cast di grande rilievo con un sorprendente Andrea Roncato, una fantastica come sempre Monica Scattino. Che dire di Pietro De Silva, Pia Engleberth, Roberta Giarrusso, Ludovico Fremont e Domenico Balsamo. “Il marito di mio figlio”, come spiega Falleri non vuole essere “un manifesto gay. Non è una storia di propaganda. Non vuole portare la bandiera di nessun movimento. Vuole andare oltre. O più precisamente vuole essere tutto questo ed altro. La chiave di osservazione della storia esige di non prescindere da una considerazione fondamentale, e cioè che Michael e George ancor prima di essere gay sono due ragazzi che si amano. Non è la loro inclinazione sessuale a fare da protagonista in questa storia. Il protagonista, se ce n’è uno, è l’amore. Per un compagno, per un figlio, per una madre, per un sogno, per un ideale, per se stessi, per la vita. L’intento - afferma ancora Falleri - è dichiarato dalla scelta del titolo. Il punto di vista si colloca inequivocabilmente all’esterno della coppia di sposi che diventano un elemento fra gli elementi. Chi parla è una mamma o un papà. Questo è ciò che più mi interessa, indagare sull’istituzione famiglia. Sull’effetto deflagrante che una notizia inaspettata e sconvolgente ha sull’ipocrisia di facciata del nucleo familiare come metafora di una società. Le famiglie di Michael e George - conclude Falleri -sarebbero potute andare avanti sull’onda delle convenzioni per anni, forse per sempre. Rapporti sedimentati su codici falsi e apparentemente inamovibili. Ma la comparsa di un elemento imprevisto (e qui fa la sua entrata trionfale il matrimonio gay) smantella gli equilibri costituiti e obbliga tutti a rifare i conti con se stessi e il resto del mondo, riesaminando ex novo tutto ciò che ci circonda e che davamo per scontato”.
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