La notte tra il 13 e il 14 luglio 2008, a Varese, i carabinieri fermano e arrestano Giuseppe Uva e Alberto Biggiogero. Uva morirà in ospedale la mattina seguente al suo arresto. Che cosa è accaduto quella drammatica notte?
Il film viene proposto nell’ambito di ‘Aspettando Contest’, in attesa della terza edizione della nostra rassegna di opere bdocumentarie. Presenta Massimo Vattani.
Giovedì 27 settembre alle 19 al Nuovo Cinema Aquila la Soulcrime presenta in anteprima nazionale
Il documentario Nei secoli fedele – Il caso di Giuseppe Uva racconta le vicende legate alla tragica morte del quarantaduenne in seguito al suo arresto. Una rigorosa indagine su un decesso ancora inspiegabile e inspiegato, realizzata attraverso un’accurata raccolta di testimonianze e documenti inediti. Dopo aver trascorso tre ore in una caserma dell'Arma di Varese, sotto la custodia di otto tra poliziotti e carabinieri, Giuseppe Uva viene trasportato in ospedale in condizioni critiche. Nel volgere della notte l’uomo troverà la morte. Le cause del decesso restano ad oggi tutte da chiarire. L’unico processo celebrato finora, ha riguardato l’ipotesi di morte per colpe mediche, ma è stato dimostrato – con sentenza di primo grado – che i medici che hanno tenuto in cura Uva dopo l’arresto, non hanno alcuna colpa. Dopo un supplemento di perizia, sempre disposto dal giudice, è stato scientificamente provato che le cause del decesso coincidono con un complesso di fattori esterni che hanno scatenato un collasso cardiaco: stato di ebbrezza, stress emotivo, lesioni. La domanda torna a ripetersi: cosa è accaduto in quelle ore? Allo stato attuale nessun nuovo processo è in corso, ma il giudice estensore della sentenza ha disposto ulteriori indagini sull’arco di tempo che la vittima ha trascorso in caserma e sulle reali cause di morte. In quelle ore è racchiusa la verità. La stampa si occupò del caso, poco noto all’opinione pubblica se non fosse stato per un servizio del programma “Le Iene” che costò al giornalista e alla sorella Lucia Uva, una querela per diffamazione da parte degli agenti coinvolti, sollevando diversi interrogativi. Il lavoro di ricostruzione di Adriano Chiarelli su quanto accaduto, vuole far luce sull’ennesimo caso di “Vittime di Stato” come li hanno definiti i familiari di Cucchi, Aldrovandi e altri che come Uva hanno visto morire i loro cari in circostanze non troppo diverse. “Da quel momento ho giurato che avrei fatto tutto il possibile per arrivare alla verità sulla sua morte, un simile scempio non può restare impunito”. Sono state le parole della sorella Lucia dopo aver visto il corpo straziato del fratello. La donna continua a battersi per la verità, convinta, come dichiara nelle interviste raccolte nel documentario, di poter restituire a suo fratello almeno la sua dignità.«Nei secoli fedele – IL CASO DI GIUSEPPE UVA, un’operazione di verità per portare a galla una storia scomoda per quanto assurda, una di quelle vicende in cui la banalità del male si mischia con la nebbia dei tribunali senza soluzione di continuità.»
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