Domenica 15 Gennaio al Nuovo Cinema Aquila alle 20.00, Paolo Genovese e Maurizio Mattioli, regista e interprete del fortunatissimo sequel di IMMATURI, risponderanno alle domande del pubblico presente in sala.
Domenica 15 gennaio alle 20.00 il Nuovo Cinema Aquila apre le porte al nuovo astro della commedia all’italiana Paolo Genovese e al simpaticissimo Maurizio Mattioli, regista e interprete del sequel del trionfante campione d’incassi della scorsa stagione. Un regalo atteso e assai gradito dagli amanti del cinema del quartiere Pigneto, sempre affamato di commedie garbate e adatte ad ogni pubblico e fascia d’età.
E’ lo stesso Genovese a illustrarci quanto questa seconda occasione sia stata, in buona parte, più fruttifera e coinvolgente della precedente: “Il punto di partenza è che per ogni maturità raggiunta ce n’è sempre un’altra da conquistare, magari credi di esserti evoluto per certi aspetti ma poi ti imbatti in occasioni sempre nuove per dimostrare se sei diventato maturo o no. Dopo le vicende raccontate nel primo film, ogni personaggio questa volta ha l’opportunità di confrontarsi con nuove situazioni di crescita in una serie di storie diverse. Parallelamente al nuovo film, anche noi del cast, della troupe e della produzione, senza volerlo abbiamo compiuto un “viaggio della maturità”, non solo lavorando tutti con una dedizione, un affetto e un calore verso il progetto davvero rari, ma incrociando anche i nostri percorsi fuori dal set.” Genovese ci conferma poi quanto sia stimolante oggi per un autore di commedie doversi confrontare con un pubblico così desideroso di ridere, ma al tempo stesso ben attento a privilegiare volti nuove e formule lontane da quelle un po’ trite e pedissequamente riproposte fino a pochissimi anni fa. “Ogni sceneggiatore o regista ha tante storie nel cassetto e penso che se oggi io volessi girare un film diverso me lo farebbero fare perché ho portato dei buoni risultati; finché garantisci gli incassi hai carta bianca e di te si fidano, ma bisogna distinguere quando si parla di commedia, che è un termine onnicomprensivo: ci sono commediacce e capolavori assoluti che hanno vinto degli Oscar... Il problema è quando i produttori pensano “basta che faccia ridere” senza curare il prodotto, mentre per incassare bisogna fare belle commedie, quelle riuscite si impongono, quelle brutte no...”
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