Info: |
Via dei Pallottini, 10 - Ostia Lido - Roma
Info: 06/56324849
www.teatroninomanfredi.it
info@teatroninomanfredi.it
Una scrivania, una lavagna, un mappamondo, la luce che filtra da una finestra sospesa nel vuoto. Pochi oggetti concreti, ma simbolici. In scena una sola protagonista, Silvia Brogi nei panni de “La supplente”, lo spettacolo proposto dal teatro Nino Manfredi nell’ambito del progetto SOLE DONNE SOLE, l’iniziativa che vede sul palcoscenico attrici che si cimentano in one woman show di grande qualità. Ed è stato un successo per il Manfredi che ha già ospitato personaggi del calibro di Pamela Villoresi con “Il mio Coppi”, Caterina Costantini in “Cara Anna Magnani”, tanto per fare due esempi che hanno registrato non solo il tutto esaurito ma standing ovation, come raramente si vede in un teatro.
E lunedì 26 dicembre, giorno di Santo Stefano per quelli che sono “i lunedì del teatro Manfredi” ecco Silvia Brogi interprete di un testo scritto da Giuseppe Manfridi con la regia di Claudio Boccaccini. La Brogi si cimenta nel ruolo di Stella, supplente di lettere alle prese con l’ennesima sostituzione all’ultimo minuto, è la classica trenta/quarantenne italiana, precaria. È il simbolo di una grave falla del sistema italiano, del malgoverno, della crisi, di chi, nonostante le competenze acquisite e le speranze di un posto di lavoro degno di tal nome, non ce la sta facendo. Si definisce “La vita che irrompe, la vita di fuori”. E, infatti, irrompe nella vita di questi ragazzi di liceo, gli vomita addosso i suoi problemi, la sua solitudine, la frustrazione per le sue poesie mai pubblicate. Parla dei poeti ottocenteschi, ma non dei grandi Manzoni, Leopardi, Carducci. Si fa portavoce dei cosiddetti minori, in cui forse si riconosce, poiché ella stessa appartiene alla schiera di coloro che, precari e disoccupati, hanno minore potere economico, minore visibilità sociale, e, quindi,minore dignità. L’unico grande che cita in continuazione è Hölderlin, morto pazzo. Il suo è un flusso di coscienza inarrestabile, la cui durata corrisponde, cronologicamente, all’ora di supplenza (in perfetto accordo con le tre unità aristoteliche di tempo, luogo e azione), e che si concluderà in modo inaspettato.
Per Silvia Brogi è una prova d’attrice, qualora ce ne fosse stato bisogno. L’attrice passa da un ruolo all’altro con estrema disinvoltura e da grande interprete.
|