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Scritto, diretto e interpretato
da Grazia SCUCCIMARRA
fuori abbonamento - dal 24 al 27 novembre
TEATRO NINO MANFREDI
Via dei Pallottini, 10 - Ostia Lido - Roma
Info: 06/56324849
www.teatroninomanfredi.it
info@teatroninomanfredi.it
Ufficio stampa – Emanuela Sirchia
338 2388574 – 347 437 48 58
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Da quando fa teatro, e sono tanti anni, ci ha abituati a sentire le cose per quelle che sono. Il suo attento occhio e la sua verve, senza orpelli e senza giri di parole, hanno descritto con ironia e anche con sarcasmo, l’attualità e i suoi personaggi.
Grazia Scuccimarra, con Facce di bronzo, al teatro Nino Manfredi dal 24 al 27 novembre, anche questa volta punta il dito e racconta di re e di giullari stigmatizzando questi due ruoli che spesso però si confondono. E allora ecco il senso del ridicolo e del paradosso, considerate dall’attrice le uniche armi utili a provocare almeno un graffio su quella “dura, liscia e insopportabile faccia di bronzo”. Si tratta del requisito di chi compie le peggiori azioni e sembra non accorgersene nemmeno, di chi non ha remore rimorsi o ripensamenti, di chi non conosce vergogna per quello che fa e che, perciò, imperterrito continua a fare.
“Guarda, come se niente fosse!” è la frase che solitamente accompagna il passaggio di quelle facce. E questo essere impermeabili, inattaccabili che è proprio delle facce di bronzo provoca, in chi entra in contatto con tale duro metallo, un ineluttabile senso di impotenza, di frustrazione: vorresti spaccargliela quella inalterabile faccia, ma è di bronzo appunto, ti farai male solo tu, ti spaccherai qualche osso mentre lei ti sfilerà sotto il muso beffarda racconta l’autrice-attrice.
Facce di bronzo è un pamphlet contro tutte quelle categorie di persone che compiono le peggiori azioni senza riguardo, chi non ha remore rimorsi o ripensamenti, chi non conosce vergogna per quello che fa e che, perciò, imperterrito continua a fare.
Si parla sì di politica ma di riflesso, come parte settoriale di una società controversa e alla deriva, in cui tutti hanno la loro parte di responsabilità. Partendo dai massmedia, in particolare dall’ambiente giornalistico reo di imbottire la popolazione di informazioni che servono solo a stimolare il tedio e la paura, passando per le pubblicità e la loro persuasione linguistica, e arrivando fino a noi, al popolo medio e sottomesso, la cui unica e temibile reazione sembra essere l’impetuoso sfogo di insulti contro il televisore del proprio salotto.
Non mancano le esilaranti stilettate ai rapporti di coppia, con occhio attento al mondo femminile, del quale la Scuccimarra riverisce i pregi ma soprattutto ridicolizza senza pietà i difetti: con battute al vetriolo accusa le donne di aver smesso di cercare la propria crescita, rivolgendosi in particolare alle giovani donne, rassegnate allo svilimento che la società maschilista le impone.
A suon di risate e applausi a scena aperta, la Scuccimarra colpisce lo spettatore con acute osservazioni e intuizioni paradossali sulla nostra situazione attuale, cercando di scalfire con i suoi graffi e i suoi instancabili morsi quelle dure, lisce e insopportabili facce di bronzo.
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