Gente di facili costumi
di Nino MANFREDI e Nino MARINO con Pietro LONGHI e Paola Tiziana CRUCIANI
regia, Silvio GIORDANI
aiuto regia, Anna Maria PAPALIA
scene, Mario AMODIO
costumi, Lucia MARIANI
luci, Sasha DONNINELLi
Dal 10 al 22 maggio 2011 Tutte le sere dal martedì al sabato alle 21
Domenica e secondo mercoledì di rappresentazione, h 17.30
Ticket: platea € 23 (ridotto, €19)
galleria € 20 “ € 17
Via dei Pallottini, 10 - Ostia Lido - Roma
Info: 06/56324849
www.teatroninomanfredi.it
info@teatroninomanfredi.it
Ufficio stampa – Emanuela Sirchia
338 2388574 – 347 437 48 58
esirch@tin.it
Il cartellone 2010/2011 del teatro Nino Manfredi, rende un particolare omaggio all’attore a cui è stato intitolato il teatro di Ostia. Per ricordare Manfredi, che quest’anno, il 22 marzo, avrebbe compiuto 90 anni, dal 10 al 22 maggio, la sala di via dei Pallottini ospita “Gente di facili costumi”, la commedia scritta proprio dall’attore scomparso il 4 giugno del 2004, e da lui stesso portata in scena nel 1988 a fianco di Pamela Villoresi.
Annunciata la presenza di Ermina Manfredi che assisterà alla prima dello spettacolo.
Protagonisti de Gente di facili costumi, in questa nuova edizione, sono Pietro Longhi e Paola Tiziana Cruciani. Coppia inedita che si cala nei panni di un intellettuale e di una prostituta.
In “Gente di facili costumi” Nino Manfredi affronta un tema che sviluppa in maniera paradossale, un fondamentale problema etico. In una società come la nostra, dove tutto si avvilisce e si corrompe, che valore hanno ancora l’onestà, la dignità, il rispetto dei più profondi valori umani? Lo sport, una volta “mens sana in corpore sano”, diventa sempre più truffa e violenza. Gli ideali politici non difendono più gli interessi del paese, ma, quando va bene, quelli più strettamente privati. La creatività e la fantasia sono messi al servizio dell’imbonimento pubblicitario, sicché i migliori poeti del nostro tempo sono quelli che inventano gli slogan più petulanti. Senza continuare a fare altri esempi, è evidente che viviamo in una società in cui i valori più elevati vengono svenduti e liquidati, perché il bello, il buono e il vero sono asserviti all’utile.
Paradossalmente quello che è rimasto più coerente a sé stesso, è il mestiere più antico del mondo.
Le prostitute hanno continuato a fare ciò che hanno sempre fatto con chiarezza, senza sottintesi o simulazioni; oseremo dire, restando sempre nel paradosso, onestamente.
Ed eccoli, l’intellettuale e la prostituta. Lui che presume di appartenere ad una casta detentrice del potere culturale, che viene conservato anche e soprattutto attraverso un linguaggio stregonesco; lei, la peccatrice, l’emarginata, che si esprime con l’antico, anche se molto personale, linguaggio della…verità. Con questi due personaggi come lo stesso Manfredi affermava “si vuole affrontare con l’ironia del “castigat ridendo mores” quanto siamo diventati un po’ tutti, gente di facili costumi…esclusi i presenti, naturalmente..”.
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