L’Associazione Culturale “GLI APPRENDISTI INCANTATORI” presenta
PIRANDELLO DRAG (da “La morte addosso”) con Aldo Ferrara e Nino Spirlì adattamento di Nino Spirlì e Anne Riitta Ciccone regia Gioia Scola
anteprima nazionale Martedì 12 Aprile 2011 – ore 22,30 dal 12 al 17 aprile
Teatro Nuovo Colosseo - Via Capo d’Africa, 29
“Oggi la notte è fatta anche di altro”. Lo afferma Nino Spirlì attore e autore teatrale e televisivo che cura l’adattamento dello spettacolo ”Pirandello Drag” - scritto in collaborazione con Anne Riitta Ciccone - che va in scena a Roma presso il Teatro Nuovo Colosseo di Via Capo d’Africa, 29 dal 12 al 17 aprile. La piéce, diretta da Gioia Scola e prodotta dall’Associazione Culturale “Gli Apprendisti Incantatori” vede protagonisti Spirlì nei panni della Drag Queen Piaf e Aldo Ferrara che interpreta la Drag Lolita per offrire al pubblico una rilettura della novella “La morte addosso” di Luigi Pirandello e scoprire che l’autore e drammaturgo italiano non abbia tralasciato proprio nulla nell’approfondire l’animo umano. Gioie, dolori, ansietà tipiche del vivere una condizione personale “differente” sono avvertite con estrema intensità da Pirandello, uomo d’altri tempi, autore del dramma borghese nel quale convergono i temi dell’incomunicabilità e della relatività della realtà. Si spengono le luci in un sordido locale ai bordi della vita notturna della città – il Pub Hysterika – dove due drag queen si esibiscono per esorcizzare il loro mal de vivre. Hanno, entrambe, terminato le loro esibizioni (“Milord” e “Moi, Lolita”) in quel locale animato dalle colleghe governate dalla maestra La Karl Du Pignè, che interpreta se stessa, quale divina “Matt’Attrice” nel video del concerto d’apertura. Le due drag queen, d’uscita dalla boite à nuit, desiderano allungare la notte e si confrontano sul tema dell’esistenza. Prende, subito, corpo un passionale incontro/scontro nella penombra di una lunga notte. Le due regine notturne de “La morte addosso”, infatti, raccontano un mondo che fugge la luce del giorno, in eterno desiderio di liberazione. La drag queen Lolita sa di essere condannata a morire a breve, poiché ammalata di epitelioma e medita sulla sua esistenza “convenzionale”, assillata dalla morte; sa che la fine è vicina e disquisisce su argomenti apparentemente insignificanti che assumono, parola dopo parola, valore e collocazione “diversi”. Al contrario, Piaf, si dibatte in un’esistenza monotona e banale. Per lei il vivere quotidiano appare piatto e vuoto, al punto tale che il dialogo finisce col diventare un monologo, quando Lolita rivela il suo morbo. “Non una rivendicazione di bandiera” – spiega Spirlì – “ma la volontà di riscoprire l’universalità dell’Omnia di Pirandello e consentire allo spettatore di avvicinarsi ad una nuova visione della sua opera. Oggi la notte è in grado di rivelare mondi nuovi ed esistenze inconcepibili un secolo fa’, senza per questo snaturare i protagonisti della Storia”.
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