Opere d’arte sospese nello spazio
interamente avvolto da teli di nylon
per ricreare il cantiere dell’artista/architetto Massimo di Cave
Inaugurazione: mercoledì 1 Dicembre 2010 - ore 18,00
Galleria dei Leoni - Via Margutta 81 – Roma. (Ingresso su invito)
dal 2 al 12 Dicembre 2010
Un varco per profanare il luogo sacro all’artista. L’opportunità di violare il segreto della creatività dell’architetto. Un lasciapassare per chi ama l’arte ideato da Massimo Di Cave per presentare “MY-LAB-ART“ alla Galleria dei Leoni di Via Margutta 81, l’antico spazio d’arte sito nel cuore della Capitale al centro della Via degli Artisti. Per la prima volta una galleria d’arte viene avvolta interamente in teli di nylon e cartoni, contaminata dagli attrezzi di lavoro, da tavole e barattoli di colore. Gli spazi solitamente utilizzati per esporre opere si trasformano nel cantiere dell’architetto. Legno, metalli, colori, scartoffie emergono dal disordine del genio creativo; le idee si possono finalmente toccare con mano, prima e dopo la trasformazione in opera d’arte.
Si incastrano, dunque, nel caos le cinquantasette opere esposte - dal 2 al 12 dicembre - tra sculture, smalti e disegni realizzati per lo più con materiali di ri-uso. “Carta, lamiera, legno, pietra” – spiega l’artista – “sono elementi che in un mix di fantasia e concretezza diventano creatività ed emozione. L’idea è di superare il concetto di sola esposizione, per entrare nella vita del creativo, nel suo laboratorio-atelier, al fine di avvicinarsi il più possibile alla sua ispirazione”.
Le esili figure scavate nella materia poggiano su palanche da cantiere. I collage e i dipinti si propongono con la forza e l’energia del colore, mentre le opere di architettura d’interni sono visibili nei fogli bianchi appesi - quasi svolazzanti - dove si concretizza una realtà fisica abitativa tra schizzi e fotografie verso la contemporaneità.
Massimo Di Cave, schivo e raffinato artigiano, in una solitudine di intenso lavoro quotidiano, è interprete di una realtà visionaria dove l’inconsapevolezza “borrominiana” della creazione genera entusiasmo e contaminazione, lontano da ogni genere di omologazione. Pragmatico e prolifico, si forma nell’ambiente culturale romano: prima il liceo, poi la laurea in architettura a Roma e i viaggi a Milano nel periodo del raffinato design, a Parigi, Londra, Barcellona e New York dove perfeziona in un confronto culturale internazionale il suo originale linguaggio. (www.massimodicave.it)
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