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Le opere di "Sconfinimenti" |
Inaugurata Mercoledì 11 Giugno 2014 la mostra "Sconfinamenti" con opere di Paola Romano e Massimo Di Cave, presso lo spazio espositivo dell’Accademia di Romania in Via delle Belle Arti 110 a Roma. Curata da Andrea Romoli Barberini, l’esposizione presenta un nucleo di circa 25 opere, tra pitture e sculture di grande formato, rappresentativo della recente sperimentazione condotta dai due artisti. Centinaia gli ospiti accorsi all'inaugurazione organizzata dagli artisti in collaborazione con Emilio Sturla Furnò. Tra i molti volti noti si potevano riconoscere Maria Rosaria Omaggio, reduce dal grande successo del film Walesa in cui ha interpretato Oriana Fallaci, Sandra Cioffi con Francesco Fedi, Irene Bozzi, Elena Aceto di Capriglia, la pittrice Camilla Ancilotto, l'attrice Ira Fronten, il direttore d'orchestra Isabella Ambrosini, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi,la stilista Susanna Liso, lo stilista astrologo Massimo Bomba, il costumista Francesco Crivellini, il professor Giovanni Crisci con la moglie Paola, Florance Costa, gli ideatori del cartone animato "I Saurini" Raffeale Bortone e Andrea Martini, lo scenografo Manuel Carlo Puccini, gli odontoiatri Antonello Pavone ed Ernesto Bruschi, lo scultore Giulio Gorga, il blogger Gianfilippo Chiarello. (Servizio Fabrizio Pacifici - Foto gentile concessione Ufficio Stampa)
Il titolo, nelle evidenze formali che distinguono le linee di ricerca seguite da Di Cave e Romano, sottolinea la comune propensione al superamento delle rispettive discipline d’appartenenza in un suggestivo dialogo in cui i concetti di pittura e scultura, piano e volume, colore e materia, movimento e stasi trovano una possibilità di integrazione, scambio e sconfinamento a partire dai singoli elaborati.
Il passaggio dalla bidimensionalità alla tridimensionalità avviene nelle opere di Massimo Di Cave attraverso un’attenta costruzione basata sostanzialmente sull’intersezione di più piani in ferro dissimulata da sagome talvolta antropomorfe, acrobaticamente coreografiche e dalla spiccata valenza dinamica che si arricchiscono di ulteriori interventi pittorici, quasi a negare il rigore severo dell’epidermide del metallo. Un passaggio, questo, che si ripete, dal piano al volume, per quanto con presupposti squisitamente ed esclusivamente pittorici, anche nelle opere di Paola Romano in cui le tormentate superfici dei tondi, di un materismo ridondante e imprevedibile, finiscono con l’accogliere nella loro esuberanza polimaterica elementi extrapittorici, fortemente aggettanti, che sembrano sfuggire al “dominio” dei supporti.
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