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Le interviste di EventiRoma.com: Enrica Pintore |
Enrica Pintore un po’ un libro aperto nel suo quotidiano: l’attrice romana d'adozione ha l’ impressione che gli altri capiscano quello che pensa e prova.
Enrica ha sempre avuto il senso dell’avventura, non ha mai avuto nostalgia di casa…
- Bè il senso dell’avventura si...ma anche nostalgia di casa!
Nonostante sia andata via dalla Sardegna ad appena 18 anni cerco di ritornare a casa appena posso per rivedere parenti e amici! Sono rimasta molto legata alla mia terra, è una parte di me.
La sua carriera è decollata con “10 regole per fare innamorare” con Vincenzo Salemme, ha passato troppo tempo via dalla famiglia…
- Ho iniziato presto a lavorare nello spettacolo ma sicuramente l’esordio al cinema ha rappresentato una grande soddisfazione per me, una specie di ricompensa a tutti i sacrifici fatti e alla mia tenacia.
In genere le donne belle nelle commedie sono soprattutto decorative. Per lei però non è stato così…
- Diciamo che abbiamo fatto di tutto, assieme al regista Cristiano Bortone, che ne ha curato anche la sceneggiatura, affinché non si cadesse in quel cliché. Bisognerebbe prendere un pò più spunto dalle commedie americane, dove la figura femminile non serve solo da appoggio a quella maschile, per
accentuarne la comicità e simpatia, ma è già lei di per sé comica perché ben caratterizzata, con un carattere ben definito e questo si deve evincere fin da subito nel film. Questo sicuramente contribuisce e non poco a dare credibilità al personaggio e all’attrice che lo interpreta.
Lei sembra una donna forte, sicura. C’è qualcosa che la fa arrabbiare e perdere il controllo?
- Lavoro continuamente su me stessa, sul mio carattere perché penso sia necessario trovare un proprio benessere interiore per potersi sentire sicuri di sé e poi diviene automatico trasmetterlo a
chi ti circonda. Il mio motto è proprio non osare se senti di non essere al massimo! Poi potrà sicuramente essere discutibile per qualcuno. Una cosa che sicuramente mi fa perdere il controllo è
l’ignoranza, non tanto intesa in senso culturale quanto in quello comportamentale, poi potrei fare una lista di cose che non amo, come la superficialità, i pregiudizi ecc.
Enrica ha una personalità multipla?
- No sono abbastanza coerente con me stessa e con gli altri, in modo che sappiano cosa possono aspettarsi da me e cosa no. Così ho imparato a coltivare lunghe amicizie.
Lei mostra le sue emozioni con facilità agli altri?
- Temo di si, anche se spesso non è un bene. Sono un po’ un libro aperto nel mio quotidiano, ho sempre l’ impressione che gli altri capiscano quello che penso e provo e quindi non provo nemmeno a nascondermi. Meglio esser subito chiari. Non c è niente di male.
Nel mondo del cinema gli affetti sono merce rara?
- Bè sicuramente in un ambiente di lavoro cosi competitivo è difficile instaurare veri rapporti di amicizia o riconoscere quelli che lo sono, perché spesso si ricorre a legami di occorrenza. Io non ho mai regalato niente quindi se ti dimostro interesse sicuramente è sincero.
Il nome di un personaggio scomparso con cui avrebbe voluto lavorare?
- Se potessi tornare indietro tornerei alla fine degli anni ‘70 primi ‘80 e mi piacerebbe vivere il cinema di quegli anni, le commedie all’italiana con Pozzetto e Celentano. Ecco, e se proprio devo pensare a un personaggio scomparso sicuramente sarebbe Vittorio Gassman.
Lei coltiva all’interno della propria anima qualcosa da sognare, da realizzare…
- Si vive di passioni e non c’è niente di più bello che poterle coltivare! Ma è bello anche poter cambiare idea e sorprendersi ogni tanto.
Diventare attrice era fra i suoi sogni?
- Si, ero la mascotte di una compagnia teatrale del mio paese e andavo spesso in tournée con loro
assieme a mia madre che faceva parte del gruppo e mi divertivo a imparare a memoria le parti di tutti gli attori e aiutare il suggeritore in basso al palco. Poi devo dire che con gli studi diventava sempre più difficile far combaciare le tante attività, teatro, sport, musica. Feci un po’ di ordine quando iniziai l’Università, perché riuscii a gestire meglio il mio tempo e la passione per la
recitazione iniziò a trasformarsi in qualcosa di concreto. (Tommaso Gandino)
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