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Le interviste di EventiRoma.com: Stefano Dominella |
Stefano Dominella si avvicina ai mestieri artigiani come quello della sarta, del modellista o della ricamatrice. Per lui è doveroso in un sistema che offre poco a chi sogna di lavorare nel mondo della moda. Il suo impegno in questo senso è determinante. Quanto incide sull’appeal dei suoi prodotti il fatto che siano made in Italy?
- Gattinoni è una maison storica, sinonimo di qualità e di tradizione. Il Made in Italy è alla base della nostra politica aziendale.
La sua clientela è di livello internazionale, quali sono i Paesi dove i suoi prodotti sono maggiormente esportati?
- Oltre all’Italia che è sempre stata il nostro Paese di riferimento, la Russia ed il Medio Oriente sono Paesi che apprezzano il nostro stile. Stiamo comunque progettando nuovi rapporti commerciali con la Cina.
Chi è il suo cliente ideale?
- I clienti ideali forse non esistono più. La crisi dei consumi ha cambiato le regole dell’acquisto e delle vendite. L’acquisto di una griffe oggi è un acquisto emozionale quindi sono da considerarsi elementi vincenti la creatività e l’esclusività.
Lei ha ricevuto dei riconoscimenti per la sua abilità nel coniugare creatività e spirito imprenditoriale, inoltre è molto impegnato nel sociale: quali attività la coinvolgono maggiormente?
- Oggi sono molto attratto e mi dedico molto alla diffusione della cultura della moda attraverso mostra, talk show, convegni. Quest’anno ho avuto il piacere di curare tre mostre importanti di cui l’ultima, “La Seduzione dell’Artigianato ovvero: il bello e ben fatto” ha inaugurato il 5 dicembre al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma e sarà visitabile fino al 10 febbraio prossimo.
Avvicinare i giovani ai mestieri artigiani come quello della sarta, del modellista o della ricamatrice è doveroso in un sistema che offre poco a chi sogna di lavorare nel mondo della moda. Il mio impegno in questo senso è determinante.
Quali materiali predominano nelle ultime collezioni Gattinoni?
- Chiffon, sete, georgette si alternano a innovative sperimentazioni tessili e a materiali ecosostenibili. Senza dimenticare, ovviamente, intarsi e preziosi ricami.
Qual è la migliore meta per lo shopping?
- Sembra che oggi le mete preferite per lo shopping siano le bancarelle che si trovano nelle piazze e nelle strade dove si può comprare di tutto con pochi euro.
Dominella ci suggerisce un acquisto “pazzo” per togliersi uno sfizio?
- Un acquisto pazzo? Un biglietto aereo per andare a fare shopping ad Hong Kong che, a mio avviso è la città che offre di più al mondo. Oppure un bel gelato con panna se siamo a dieta.
Meglio il vintage o l’alta moda?
- Il vintage è una risorsa per i tempi di crisi o per chi è nostalgico e non vuole adeguarsi alla contemporaneità. Sinceramente meglio l’alta moda, che è viva e da un aspetto ai nostri tempi.
La Fast Fashion è una straordinaria risorsa per chi ha poco denaro e non si può permettere l’artigianato di lusso della moda delle grandi firme. Dominella è d’accordo?
- La Fast Fashion è sicuramente un’opportunità per chi ha poco denaro da investire per l’abbigliamento, purché non diventi una moda eccessivamente radical chic, per cui anche le signore benestanti e borghesi rincorrono tutto ciò che è “trendy”. Inoltre, pensiamo che le più grandi aziende fast fashion sono gruppi stranieri che hanno messo in crisi il nostro sistema produttivo e hanno fatto chiudere tantissime aziende di confezioni, specialmente nel Nord Est, le quali non hanno retto alla competizione di un prodotto fabbricato basso costo in Cina, in Bangladesh, in Cambogia. Il Made in Italy, infatti, oggi esiste soltanto nella fascia più alta dei consumi. Il “bello e ben fatto” rigorosamente italiano è un prodotto esclusivo.
Cosa pensa dello shopping low cost?
- Lo shopping low cost rispecchia sicuramente i tempi contemporanei anche se, a mio avviso, è meglio puntare sulla qualità e non sulla quantità. Meglio avere un guardaroba con due abiti “belli e ben fatti”, invece che dieci di scarsa qualità.
- Lei sembra molto appagato. Quali ambizioni deve ancora soddisfare in una carriera così ricca di successi?
A me sembra sempre di aver realizzato molto poco. Sono gli altri a ricordarmi le tappe della mia carriera. Ho iniziato a lavorare nella moda a 21 anni con grande entusiasmo e voglia di fare e, ancora oggi, non sono mai completamente appagato. Appena ho concluso un progetto mi sento mancare la terra sotto i piedi e mi domando “E ora che faccio?”. (Tommaso Gandino)
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